Come riporta la Gazzetta di Mantova, Palazzo Ducale ha inserito nel proprio sito web un itinerario alla scoperta del ghetto ebraico della città: non un tour organizzato, ma una proposta per chi voglia ripercorrerne le vie in libertà e autonomia.
Nella mappa della città di Gabriele Bertazzolo, datata 1628, si vedono gli ingressi al ghetto, posizionati allora in piazza Concordia agli sbocchi delle attuali vie Giustiziati e Bertani (accanto alla Rotonda di San Lorenzo), in via Dottrina Cristiana e in tre punti lungo via Calvi. Gran parte della comunità ebraica abitava nei pressi delle contrade di San Salvatore e di Santo Stefano, attorno alle attuali vie Calvi e Bertani. Nel 1513 venne aperta la prima sinagoga in città.
Nel 1612 il duca Vincenzo I Gonzaga istituì il ghetto, con porte aperte al mattino e chiuse alla sera, dove gli ebrei dovevano vivere segregati. Nel 1798 per ordine del Direttorio della Repubblica Cisalpina i portoni del ghetto vennero “atterrati” e fu abolita di ogni discriminazione legata al culto. Le discriminazioni tornarono nel ‘900 con le prime demolizioni in nome del “risanamento igienico” che culminarono con l’abbattimento nel 1938 della Sinagoga Grande (era dove oggi c’è un hotel, al civico 30 di via Calvi). La Casa del Rabbino, con la sua splendida facciata, è uno dei pochi edifici del vecchio ghetto che sopravvivono oggi, in via Bertani angolo via Governolo.
Palazzo Ducale conserva una collezione di oggetti salvati dalle demolizioni del ‘900, che faranno parte di un allestimento in progetto. Si sta inoltre organizzando nell’atrio degli Arcieri una giornata di studi dedicata allo storico dell’arte Renato Berzaghi, dalle 9.15 alle 17 del 19 febbraio, a un anno dalla sua scomparsa.